La flora

L’aspetto più particolare della flora montana del Comune di Piaggine è la stretta relazione tra la diversità floristica e l’attività di pascolo. Infatti, è stata proprio l’attività dell’uomo prima a creare e poi a mantenere molte delle praterie che oggi si alternano alle foreste montane.
Tuttavia, il legame tra uomo e flora è più profondo e si articola attraverso l’uso delle diverse piante o essenze legnose nelle attività tradizionali agro-silvo-pastorali.
In tale contesto si può citare l’impiego del legno dell’albero di Maggiociondolo, insieme all’acero, al Noce e all’olmo, per costruire i collari delle mucche in alpeggio; oppure il legno di Agrifoglio per lo lo scalandrone, una specie di attaccatutto usato dai pastori. Per le fascelle dei formaggi e per le canne dei graticci si usava il giunco; il legno di Faggio, per le matre e altri attrezzi per il pane e, naturalmente, per mobili, sedie e cascioni per il grano. Infine, il Castagno per le botti e altri mobili.
Tra le piante erbacee è diffuso anche l’uso per motivi alimentari o per la casa, come nel caso della Lavanda, del Timo, della Fragolina, che popolano praterie e aree aperte tra i boschi.
Oltre all’importanza per gli usi tradizionali, la flora del Comune di Piaggine riveste anche un rilevante interesse naturalistico e scientifico. Gli studi svolti da diversi botanici, in particolare Vincenzo La Valva (che fu anche il primo Presidente del Parco) e Annalisa Santangelo. Questi studi hanno messo in evidenza, in particolare, la presenza di specie endemiche, la cui distribuzione è limitata all’Italia meridionale e talora soltanto al Cilento e alle aree circostanti. Tra queste nelle foreste del Cervati si cita l’Acero di Lobel; nelle boscaglie termofile il Pigamo di Calabria; tra le praterie lo Zafferano autunnale, la Genzianella napoletana e la Stellina calabrese; tra le rupi del Cervati il Crespino dell’Etna, la Campanula del Pollino, la Campanula calabro-lucana e la Valeriana montana.
Oltre a queste, sono state riscontrate anche numerose specie rare o di rilevante interesse fitogeografico.

 

 

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