Speleologia

Dal punto di vista speleologico, la regione Campania è sicuramente la regione meridionale più interessante e con più grotte, e ciò è dovuto senz'altro alla presenza dei principali massicci carbonatici dell'Appennino Meridionale: il Matese, i Picentini, gli Alburni e il Cervati.
Il Cervati, in particolare, ed il territorio di Piaggine più in generale, presentano numerose risorse speleologiche: grotte, caverne e inghiottitoi, non ancora sfruttate ai fini turistici, ma già note e censite da tempo da parte degli specialisti del settore.
Le grotte possono essere generate da diversi processi. Esistono cavità in rocce vulcaniche, grotte nel ghiaccio, grotte carsiche, cavità artificiali. Le grotte carsiche sono il terreno principale della speleologia in quanto la maggior parte delle cavità naturali si apre in rocce carbonatiche, come quelle del massiccio del Cervati.
Ogni grotta ha caratteristiche e difficoltà proprie e, solo attraverso l'esplorazione, se ne possono studiare la forma e la distribuzione spaziale, facendo conoscere ciò che pur essendo vicino, può essere ancora ignoto.
Nel territorio di Piaggine e del Cervati, alcune di queste grotte sono utilizzate a scopo religioso come la Grotta della Madonna della Neve (CP 498 nel Catasto delle grotte della Campania), sulla cima del Monte Cervati, con all'interno la statua della Madonna.
Un'altra grotta molto particolare è quella della Nevera (CP 497), con il fondo profondo poco più di dieci metri e a pianta circolare, utilizzata nel passato per prelevarne la neve ed i ghiacci perenni.
Il Gravattone (CP 834) è un inghiottitoio ancora attivo con un maestoso pozzo che risulta essere il più profondo della Campania (224 mt.).
Nell'area dei Temponi e della omonima e folta faggeta si trovano numerose altre grotte, tra cui la Grava A dei Temponi (CP 952) e l'Inghiottitoio Perduto dell'Acqua che Suona (CP 790), che sono entrambi profonde grotte a prevalente sviluppo verticale (da 250 a oltre 300 mt).
Nello stesso territorio vi sono anche la Grava di Campolongo (CP 416), nell'omonimo pianoro, che è senz'altro la più sviluppata con uno sviluppo planimetrico di oltre 2.000 mt, per cui risulta la più lunga del massiccio del Cervati e la più conosciuta e facile da raggiungere Grava di Vesalo (CP 187), oltre all'Affondatore di Vallivona (CP 633), attivo e ricco di acque.

Federazione Speleologica Campana

Catasto grotte della Campania e WebGIS

Informazioni approfondite e guide per la visita di alcune delle grotte del Cervati

ANNUARIO CAI 1991.pdf

Notiziario CAI 12-81.pdf

Notiziario CAI 3-88.pdf

 

Approfondimenti


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